STABILE ORGANIZZAZIONE E RECENTI PRONUNCE DELLA GIURISPRUDENZA

Secondo la nozione fornita dall’art. 11 del regolamento Ue 282/2011, norma obbligatoria e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri, può definirsi stabile organizzazione, diversa dalla sede dell’attività economica, qualsiasi organizzazione caratterizzata da un grado sufficiente di permanenza  e provvista di una struttura “idonea in termini di mezzi umani e tecnici atti a consentirle di ricevere e di utilizzare i servizi che le sono forniti per le esigenze proprie di detta organizzazione”.

La stabile organizzazione si caratterizza in primo luogo per l’alterità rispetto al luogo in cui il soggetto passivo ha fissato la sede della propria attività e dove “sono svolte le funzioni dell’amministrazione centrale dell’impresa” (art. 10 del Regolamento Ue n. 282/2011) e viene costituita con una finalità di esecuzione di determinate operazioni.

Essa è poi caratterizzata da un sufficiente grado di permanenza nel tempo, variabile in relazione alla diversa tipologia di attività svolta.

È infine dotata di una struttura che disponga di mezzi umani e tecnici, impiegati sotto la sua responsabilità e a proprio rischio,  idonei a consentirle l’effettuazione di operazioni a valle. In relazione a questo ultimo aspetto si è recentemente espressa la Corte di Giustizia Ue (Sentenza del 29 giugno 2023, causa C-232/22). rilevando come, pur non essendo indispensabile, ai fini dellasussistenza di una S.O., che siano detenuti mezzi umani e tecnici in proprio, è tuttavia necessario che il soggetto passivo abbia il potere di disporre di tali mezzi umani e tecnici come se fossero propri, sulla base, ad esempio, di contratti di servizio o di locazione che mettano tali mezzi a sua disposizione e non possano essere risolti a breve termine.

Conclusioni successivamente ribadite anche dalla Cassazione nella sentenza n. 7200/2024.