NUOVA CONVENZIONE CON LA CINA CONTRO LE DOPPIE IMPOSIZIONI

Il Consiglio dei Ministri italiano, nella riunione del 15 aprile 2024, ha approvato il progetto di legge per la ratifica di Convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali con la Repubblica Popolare Cinese. Questo progetto mira a sostituire precedenti proposte decadute con la fine della legislatura precedente.

Il nuovo trattato con la Cina, siglato il 23 marzo 2019 e che aggiorna uno precedente del 1986, introduce importanti novità in termini di fiscalità internazionale, con implicazioni dirette per la pianificazione dei flussi di reddito delle imprese. Le principali modifiche includono:

1. Dividendi: Introduzione di un’aliquota agevolata del 5% sui dividendi se il beneficiario è una società che detiene almeno il 25% del capitale della società emittente per un periodo continuativo di almeno 365 giorni.

2. Interessi: Introduzione di un’aliquota ridotta dell’8% per gli interessi pagati a istituzioni finanziarie su prestiti concessi per un periodo minimo di tre anni destinati a finanziare progetti d’investimento. Inoltre, gli interessi pagati da entità italiane a beneficiari cinesi sono esenti da tassazione in Italia se pagati da specifiche istituzioni italiane come la Banca d’Italia, la Cassa depositi e prestiti, la SACE o la SIMEST. Inoltre, continuano a beneficiare dell’esenzione nello Stato alla fonte gli interessi pagati a soggetti il cui capitale è interamente posseduto dallo Stato (per la Cina, ad esempio, si tratta dei rapporti con China Development Bank, Agricultural Development Bank of China, ecc.).

3. Royalties: Si distingue tra royalties pagate per l’utilizzo di marchi, brevetti e software, soggette a una tassazione del 10%, e quelle pagate per l’uso di attrezzature industriali, commerciali o scientifiche, per cui si applica una tassazione effettiva del 5% su una base imponibile ridotta del 50%.