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Baldi & Partners News – Notiziario Settimanale

  • 12 Aprile 2024

COSTI DEL PERSONALE: L’ANTIECONOMICITA’ NON PROVA LA MANCATA INERENZA

Con la sentenza 114/2/2024, la Corte di Giustizia del Piemonte ha stabilito che l’antieconomicità dei costi del personale non prova automaticamente la mancata inerenza di tali costi rispetto all’attività del contribuente.

Questa conclusione è stata raggiunta nel corso di una controversia legata all’emissione di un avviso di accertamento che mirava a rideterminare il reddito d’impresa di un professionista, il quale aveva impiegato una dipendente nonostante un’apparente ridotta attività professionale. L’Agenzia delle Entrate, interpretando tale situazione come un tentativo di elusione fiscale, aveva contestato la legittimità della spesa.

La giurisprudenza, facendo riferimento alla sentenza 23635/2008 della Suprema Corte, ha chiarito che le condotte apparentemente anomale possono assumere valore probatorio nell’indicare un’elusione fiscale. Tuttavia, questo principio non è assoluto e può essere contestato dal contribuente se riesce a fornire una giustificazione razionale che escluda l’intento elusivo. In altre parole, comportamenti che potrebbero sembrare fiscalmente sospetti possono avere motivazioni legittime e non necessariamente correlate a violazioni fiscali.

Nel caso specifico, i giudici hanno respinto il ricorso dell’amministrazione finanziaria, confermando la sentenza di primo grado a favore del contribuente. La contestazione è stata rigettata in quanto il contribuente ha dimostrato che l’impiego della dipendente era giustificato dal bisogno di svolgere buona parte del suo lavoro al di fuori dello studio. La spiegazione fornita dal professionista ha permesso di superare l’assunzione iniziale di antieconomicità, dimostrando che i costi del personale erano effettivamente inerenti alla sua attività professionale.


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