La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 34407 del 12 settembre 2024, consolidando un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato, afferma che costituisce dichiarazione fraudolenta l’uso di fatture riferite formalmente a contratti di appalto di servizi che, in realtà, celano una somministrazione irregolare di manodopera, con l’obiettivo di ottenere indebite detrazioni IVA. Secondo l’art. 2 del D.Lgs. n. 74 del 2000, il reato si perfeziona quando le fatture, emesse da società subappaltatrici, attestano costi non detraibili, come quelli relativi al lavoro dipendente, ma sono utilizzate per ottenere indebiti crediti IVA. Il caso specifico riguarda un amministratore di fatto di una società accusato di aver simulato contratti di appalto di servizi, con il fine di celare prestazioni di lavoro subordinato. Le fatture, infatti, documentavano operazioni inesistenti, perché relative a una somministrazione irregolare di manodopera, violando la normativa fiscale e lavorativa. La Corte ha ribadito che tale comportamento integra il reato di dichiarazione fraudolenta, con conseguenti ripercussioni sul piano fiscale.